
I sogni del modernismo e del progresso oggi godono di immunità morale e addirittura storica, e si pongono al di fuori di ogni dibattito che cerchi di ricondurli al proprio originario luogo: la scienza è un prodotto dell’uomo al servizio dell’uomo. Come dice il Papa, bisogna che questa facoltà, la Ragione torni ad essere circoscritta in una razionalità più grande di cui è partecipe. Ma nell’era del positivismo e della dittatura della tecnologia non c’è spazio per una revisione storica matura. Per questo risulta incongruente elevare a paladino della scienza un personaggio il quale, dagli atti processuali del Tribunale della Santa Inquisizione, riuscì a proporre come unica prova scientifica della teoria geocentrica il movimento delle maree: a precisa richiesta, seppe dare come unica spiegazione del movimento terrestre che il nostro pianeta si muoveva cosi vertiginosamente da suscitava le maree. E a poco valsero gli sforzi dei gesuiti della Specola Vaticana che sostenevano che erano opera della luna. Lo scienziato toscano voleva che egli fosse creduto sulla parola, senza portare prove tangibili della sua teoria, se non quella delle maree. L’errore di Galileo fu quello di voler presentare la teoria copernicana come una verità assoluta, dogmatica senza però portare prove a sostegno di questa, se non le maree e Giosuè. Un po’ poco per il padre della scienza. Infatti la prova intangibile della rotazione terrestre arriverà solo nel 1851, grazie al pendolo di Foucalt, più di due secoli dopo.
In sede processuale non venne mai usato come pretesto il fatto che Galileo vivesse more uxorio e con due figlie illegittime che fece entrare in monastero né il suo sbaglio del 1618, quando affermò che le comete che si vedevano nel cielo erano solo una illusione ottica. Sarebbe stato troppo facile e la sua vita privata venne lasciata fuori dal contesto processuale che venne definito “giusto e razionale”, con diritto alla difesa (peraltro inconcludente e imprecisa), al contraddittorio, e ad una pena mite e serenamente accettata (il famoso “eppur si muove” è invenzione di un giornalista, Giuseppe Baretti nel 1757).
Il luogo comune che si temesse un riadattamento delle Scritture al nuovo contesto geocentrico non era un problema per la Chiesa cosi come lo spiega il Cardinal Bellarmino, che non trovava nessun problema ad una interpretazione metaforica dei passi biblici che sembravano favorire l’eliocentrismo, pero questo si, supportati da prove scientifiche. Questo sarebbe stato un problema soprattutto di matrice protestante dove l’interpretazione letterale della Bibbia era obbligatoria: Lutero affermava che chiunque ritenesse che la Terra avesse più di 6000 anni sarebbe rimasto fuori dal cristianesimo, mentre Calvino perseguitava a Ginevra gli scienziati e i concubini. All’interno della Chiesa Cattolica la teoria copernicana godeva di estimatori tra gli stessi gesuiti del Collegio Romano e Copernico, il suo inventore, era un chierico. Il nostro Galileo trascorse la sua “prigionia” a Roma in un alloggio di cinque stanze con vista sui giardini vaticani e cameriere personale. Nessuna ombra di tortura, maltratto o di alcuna violenza. Dopodiché dopo la sentenza alloggiò nella Villa dei Medici al Pincio e dopo l’ “abiura” nel palazzo dell’arcivescovo a Siena, conservando intatte la stima e le amicizie nella Curia.
Come dice Feyerabend:
Chi non si adegua è deriso, umiliato, scartato. Questo nelle scienze, nella storia, nella morale. Chi non s’adegua al pensiero tirannico non è degno della comunità delle persone rispettabili e “liberate”. Ho perso la speranza di rientrare in quel numero.
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2)Vittorio Messori, in http://www.storialibera.it/epoca_moderna/galileo_galilei/articolo.php?id=344
3) Sono parole proferite da Galileo verso chi non credeva alla teoria geocentrica, in Vittorio Messori, “Leyendas negras de la Iglesia”, Planeta Testimonio, 13ma edizione, pag. 132
4)http://www.storialibera.it/epoca_moderna/galileo_galilei/articolo.php?id=3399