Nella polemica che riguarda lo scandalo della pedofilia nella chiesa Cattolica e che vede come suo massimo ed ultimo imputato il Papa Benedetto XVI, ciò che richiama l’attenzione non è tanto il putiferio scomposto e farneticante di chi richiama il Papa a rispondere davanti al Tribunale dell’Aja (1) da parte di alcuni scienziati inglesi per crimini di lesa umanità, ma piuttosto il silenzio da parte dell’ala progressista cattolica e dei politici italiani. In questi giorni delicati, gli unici che hanno avuto il coraggio di parlare sono stati dei cardinali vicini al Papa. Il resto è stato uno sconsolante silenzio o peggio ancora una sottile vena giustizialista di alcuni politici italiani ed esteri (2)
Il silenzio della politica è puramente strumentale: nel momento dell’attacco le iene sanno riconoscere bene la strada della ritirata. Una volta terminate le moine per attrarre i voti dell’elettorato cattolico, sanno perfettamente il pericolo odierno di prendere le parti della Chiesa o di mostrarsi solidali nel momento delle accuse. Eppure all’inizio della campagna mediatica diffamatoria qualcuno aveva osato fare qualche dichiarazione al rispetto, per poi però autocensurarsi in uno squallido mutismo quando lo scontro si è fatto realmente duro. Da una parte è comprensibile, le esigenze della politica non sono quelle della Chiesa. L’errore strategico è precedente, quando la Chiesa ha riposto troppa fiducia nelle istituzioni, cosiddette democratiche e nei politici che in realtà rispondono ad un solo padrone e ad un solo tornaconto: mantenersi il più possibile al potere, alla stessa stregua dei burocrati statali.
Il silenzio dei cattolici progressisti è invece di doppia ambiguità. Da un lato sono disorientati, perché vedono i frutti perversi delle loro scelte e delle loro posture: la liberazione sessuale che spesso e sovente hanno appoggiato, è alla base dei casi di pedofilia che sono stati commentati in questi giorni. Doveva essere la liberazione sessuale di tutti, bambini, adulti, disabili e perché no anche i preti. Oggi si ritrovano ad avere al fianco della propria battaglia modernista i nemici di sempre del cattolicesimo che non sono proprio dei compagni di viaggio affidabili. L’ala sinistra del cattolicesimo si ritrova cosi in una posizione assai scomoda, a commentare una situazione che in qualche modo ha favorito con le loro esternazioni e improvvisamente è attanagliata da un senso di colpa inaspettato.
Allo stesso tempo, si può notare come certi catto-progressisti più masochisti, sembrino covare una certa compiacenza nel vedere l’autorità morale della Chiesa Cattolica e il suo capo venir messa in discussione. Non si rendono conto che cosi facendo danneggiano sé stessi, la propria fede e la Chiesa intera. Oggi la Chiesa, lo ripeterò fino a stancarmi, è l’unica forza spirituale ed intellettuale che può contrapporsi alla cultura della morte, che ha nella sua esperienza bimillenaria, gli anticorpi per rispondere colpo su colpo alla distruzione della vita e dell’uomo, al nichilismo (3), all’edonismo, alla mercificazione e prostituzione del corpo e dell’anima e alla degenerazione delle coscienze e della morale.
Sull’onda di tali polemiche si sente spesso che il problema della pedofilia sia legato al celibato dei sacerdoti. Un tema caro ai progressisti che vorrebbero protestantizzare la chiesa Cattolica e fare di essa una serie di pastori sposati e con figli, ridimensionando la missione “totale” del sacerdote. Credo che quello che si fraintende sia lo stesso senso del celibato: una chiamata alla santità che non ha bisogno della liberazione degli psicologi e dei rivoluzionari sessattottini. Le parole di Mons.Bertone, quando dice che l’omosessualità possiede un vincolo con la pedoflia suonano a scandalo alle orecchie di molte persone. Però quante persone non lo dicono per paura di sembrare anti-moderni, antiquati, non al passo con i tempi? Quanti fedeli, anche in buona fede, sostengono che l’omosessualità sia compatibile con il sacerdozio? E in quanti seminari si è passato sopra le tendenze perverse di alcuni aspiranti sacerdoti? Quello che ha detto Bertone è la cannonata sopra il politicamente corretto: chiamando le cose con il loro nome ha provocato il delirio sdegnoso di chi da anni cerca di minare le basi della morale cristiana. Alla fine Bertone è stato trattato da povero pazzo dai media, come è giusto che sia nella dittatura del pensiero unico.
Bisogna rendersi conto della portata dell’attacco in corso: la posta in gioco è altissima, vitale, è forse lo scontro più importante per la Chiesa degli ultimi tempi. Si sta addossando alla Chiesa intera la macchia infamante della pedofilia per poter delegittimare la posizione cristiana sulla vita, sul matrimonio e sulla verità. Per uno 0,03 % di casi di preti pedofili (certamente condannabili e penosi), come testimoniato da un rapporto statunitense del 2008 (4), si stanno minando le basi della dottrina cristiana, addirittura minacciando il Papa di estradizione. E’ ora che la Chiesa lasci da parte la santa prudenza ecclesiale e restituisca al mittente le accuse infamanti, e dichiari fermamente e serenamente chi c`è dietro questi attacchi, senza smentire un secondo dopo (5).
Ricordiamoci che il Buon Pastore non scappa quando arrivano i lupi, e che proprio in quel momento che difende il suo gregge con ancora più misericordia ed amore, se possibile.
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1) E’ lo stesso posto dove Slobodan Milosevic, il vecchio Presidente serbo, morì misteriosamente nella cella del Tribunale Internazionale nel 2006, senza che sul suo corpo fosse disposta l’autopsia per accertarne fino in fondo le cause della morte.
2) Mentre scrivo vengo a conoscenza delle dichiarazioni del ministro Calderoli: “Attaccano il Papa per arrivare a sue dimissioni. E' un attacco legato alla massoneria e a correnti interne alla Chiesa. Dietro tutte queste polemiche non ci sia il fenomeno della pedofilia ma un attacco nei confronti della Chiesa e di una parte di essa che e' rappresentata dal Papa. Qualcuno cerca di tirar fuori scheletri dagli armadi”. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/04/11/visualizza_new.html_1761566006.html
3) Alcune persone mi hanno detto che non sanno il significato della parola “nichilismo”: in generale è un pensiero che fonda il nulla come elemento costitutivo del mondo, e quindi lo eleva a realtà ultima e finale. Si può leggere per approfondire: http://it.wikipedia.org/wiki/Nichilismo
4) http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/04/05/visualizza_new.html_1759773769.html
5) Anche il Monsignor Babini, Vescovo Emerito di Grosseto ha ritrattato le sue parole, nonostante la diffida (http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/4011-pontifex-dice-basta-e-qdiffidaq-mons-babini-e-don-bianchi) presentatagli dal sito Pontifex che le aveva riportate. Aveva affermato: “la pedofilia é una cosa orrenda e basterebbe un solo caso per far gridare allo scandalo, ma mi consta che anche in altre confessioni ve ne siano e in proporzione maggiore a quella della Chiesa cattolica". Ma chi orchestra questa manovra?: "I nemici di sempre dei cattolicesimo, ovvero massoni ed ebrei e l'intreccio tra di loro a volte é poco facile da capire. Ritengo che sia maggiormente un attacco sionista, vista la potenza e la raffinatezza, loro non vogliono la Chiesa, ne sono nemici naturali. In fondo, storicamente parlando, i giudei sono deicidi”.
Caro Stefano,
RispondiEliminanon ho ben capito chi sarebbero i nemici invisibili della Chiesa, cosa avrebbero da guadagnare, e cosa e come credi che il Papa dovrebbe effettivamente intervenire...
Per il resto, ottimo articolo, molto studiato e con riferimenti puntuali. Saluti
Francesco da Ginevra
Ciao Francesco,
RispondiEliminaquesti nemici invisibili di cui scrivo sarebbero di due razze: da una parte il mondo progressista cattolico, quello liberale e che non ha in simpatia questo Papa che ha intrapreso una leggera restaurazione della Tradizione alla luce della storia della Chiesa. Ti cito alcuni esempi: la mano tesa verso i lefebvriani, la canonizzazione di Pio XII, il motu proprio per la messa in latino, alcuni temi di morale (matrimonio, celibato sacerdotale, omosessualità, vita) che sono stati ribaditi e riaffermati in continuità con il Magistero. Proprio di oggi (http://www.repubblica.it/esteri/2010/04/15/news/hans_kung-3359034/) sono le parole di un famoso teologo progressista che nutre un profondo odio per Benedetto XVI, Hans Kung: dice che Ratzinger ha fallito perché non ha dato abbastanza spazio al dialogo interreligioso, gli rimprovera il poco dialogo con gli ebrei (come se non bastasse!), la messa in latino e cosi via.
Queste sono le persone a cui faccio riferimento nell'articolo.
Dall'altra parte c'è il 99% del mondo politico che interpreta la Chiesa in modo puramente strumentale. Durante le elezioni hanno fatto concessioni per accaparrare voti (l'unica cosa che gli interessa) e adesso si tengono ben alla larga dal mostrarsi solidali con l'attacco contro la Chiesa.
Cosa dovrebbe fare il Papa? domanda difficile, provo a dare una pista. Credo sia ora di denunciare "urbi et orbi" i mandanti e i responsabili di questo attacco, di mettere da parte una certa prudenza e far capire esplicitamente chi e perché ha pianificato questo attacco. Ne sono perfettamente consapevoli e coscienti.
Spero di aver risposto alle tue domande,
Saluti,
Stefano
Grazie per l'articolo...davvero interessante!
RispondiEliminaCiao
Daniela
Grazie a te Daniela, sei benvenuta.
RispondiEliminaSaluti, Stefano