mercoledì 1 settembre 2010

Dall'aborto alla vita: la storia del Dr. Bernard Nathanson


Il Dottor Bernard Nathanson è un uomo coraggioso. Nato e cresciuto in una famiglia ebrea, è stato tra i tre fondatori della National Abortion Right Action League nel 1968, che ha promosso negli Stati Uniti la causa dell’aborto, spingendo al suo riconoscimento legale e la sua accettazione nella società con gli argomenti classici delle posizioni abortiste, come l’eliminazione degli aborti clandestini, il diritto della donna sul suo corpo, l’assenza di vita nel ventre della madre. Ma soprattutto è stato autore materiale di 75.000 aborti nella sua carriera da medico, praticati in tutti i mesi della gestazione su donne che accudivano in una delle più prestigiose cliniche statunitensi di cui era divenuto nel frattempo direttore. Una storia quella del dottor Nathanson intrisa di dolore, rimorso e ricerca della verità in maniera ostinata che ha portato ad uno dei medici abortisti più famosi del mondo a cambiare vita, arrivando a considerare l’aborto come un impermissibile atto di violenza mortale (1). Racconta Nathanson nella sua biografia, “The Hand of God”: “Ho abortito i figli mai nati dei miei amici, colleghi, conoscenti e incluso professori. Sono arrivato al punto di abortire anche a mio figlio” (2), quest’ ultimo frutto di una relazione con la sua compagna ebrea Ruth. I mezzi usati dal movimento per la legalizzazione dell’aborto negli Stati Uniti sono quelli classici promossi dall’opinione pubblica e Nathanson li riassume in tre punti. Il primo fu polarizzare l’attenzione dei media falsificando sondaggi che proclamavano per esempio che il 60 % dei cittadini statunitensi erano a favore dell’aborto o gonfiando i dati relativi all’aborto clandestino, che passarono magicamente da 200 a 10000 l’anno. Il tutto per creare quel senso di solitudine e accerchiamento nelle persone che rifiutavano l’ammissione dell’interruzione della gravidanza. Il secondo trucco fu la cosiddetta “carta cattolica”, facendo coincidere l’opposizione all’aborto con le posizioni superate e retrograde della gerarchia ecclesiastica in contrapposizione ai fedeli cattolici che si dichiaravano a favore dell’aborto (sempre secondo gli stessi sondaggi fasulli). Il terzo punto consistette nella negazione di ogni evidenza scientifica che dimostrasse l’esistenza della vita durante la gestazione e che la presenza della vita è una questione filosofica o teologica ma certamente non scientifica (3).


I primi dubbi vennero a Nathanson nel 1974, dopo aver conosciuto la tecnologia degli ultrasuoni, in cui per la prima volta riusciva a vedere cosa c’era nel grembo della madre, scoprendo i battiti del cuore al 21 giorno di gestazione, i movimenti del feto, e addirittura si rese conto che si poteva creare un laccio affettivo solo guardando quel piccolo essere nello schermo. I dubbi di Nathanson cominciarono ad aumentare, cominciò a domandarsi cosa realmente stavano facendo nella clinica da lui diretta: racconta che nelle varie sale dove lavorava, poteva succedere di dar alla luce un bimbo alla 33ª settimana mentre nella sala accanto si praticava un aborto su di un feto con le stesse caratteristiche. Lui stesso racconta di come uno studio della rivista New England che ha provato la forza delle immagini all’ultrasuono: su 10 madri che entravano nella clinica per abortare e le veniva fatto vedere l’immagine del feto sul monitor, ben nove desistevano dall’aborto. Nel 1974 i dubbi di Nathanson vennero pubblicati dal New England Journal of Medicine, in cui affermava che come medico si era reso conto che l’inizio della vita iniziava nel ventre materno, e che “l’aborto deve vedersi come un processo che in un altro modo avrebbe generato un cittadino del mondo. Negare questa realtà è il tipo più turpe di evasione morale” (4). Il postino scaricava ogni giorno sacchi di lettere contenenti offese, improperi e minacce al più famoso medico abortista degli Stati Uniti; ci furono anche minacce di morte alla sua persona e alla sua famiglia. Era stato toccato un tasto che non bisognava toccare. Nathanson praticò l’ultimo aborto nel 1978, quando si arrese all’evidenza della realtà e quando ormai la sua coscienza non lo lasciava più vivere, soffocata dall’atroce certezza di aver perpetrato con le sue mani un male che aveva potuto prima scoprire con il cuore e poi corroborare con la moderna tecnologia. Il re dell’aborto si era arreso: spiega Nathanson che ció che spinge un medico a realizzare un aborto, oltre alla sete del denaro (5), è che lui stesso non si rende conto di ciò che fa: “il dottore non vede ciò che fa; colloca un apparecchio nell’utero, mette in marcia un motore, e l’aspiratrice funziona e risucchia qualcosa, che risulta essere un montarozzo di carne macinata in una sacchetto di plastica” (6). Nathanson voleva sapere cosa succedeva al feto durante un aborto: chiese ad un suo amico medico di collocare durante l’operazione un ecografo sul ventre della madre e di registrarlo. Dai filmati ricavati nacque l’idea di farne un documentario, chiamato “Il grido silenzioso”; il filmato mostrava come si faceva a pezzi un feto di dodici settimane nel ventre della madre e fu usato dal movimento pro-vita per far conoscere la realtà dell’aborto. Si poteva toccare con mano la tremenda realtà di un aborto: un essere umano veniva letteralmente fatto a pezzi e maciullato dallo strumento del dottore. Divenne ben presto manifesto del dramma dell’aborto nel mondo, della violenza e del genocidio silenzioso della nostra civiltà. Una società che uccide deliberatamente e impunemente i propri figli è giunta amaramente al capolinea della sua civiltà, un tempo splendente, e oggi atrofiata dalla falsa libertà svincolata da qualsiasi morale che la regoli. Siamo davanti ad un dramma terribile, paragonabile ai sacrifici umani offerti dalle popolazioni pre-colombine dell’America al dio Huitzilopochtlì: “l’aborto è diventato un mostro, un gigante cosi inimagginabile che solo pensare di poterlo imprigionare di nuovo nella sua prigione, dopo che si è alimentato con i corpi di trenta milioni di esseri umani, supera ogni aspettativa ragionabile. E nonostante ciò, questa è la nostra missione: uno sforzo erculeo” (7). Nathanson riconosce che ha aiutato questa orrenda creatura alimentandola con “grandi dosi di sangue e denaro”. Ma quella di Nathanson non è solo una storia di ripensamento, di onestà intellettuale e di coraggio. Nel 1996 Nathanson ha ricevuto il battesimo nella cripta della Cattedrale Cattolica di San Patrizio di New York, per mano del Cardinale John O’Connor, ricevendo nella stessa cerimonia anche la cresima e la Santa Comunione. Alla veneranda etá di 69 anni. Cosa ha spinto un uomo di origine ebrea che mai aveva pensato all’idea di Dio, ex re dell’aborto negli Stati Uniti, a credere in Gesù? I quindici anni che separano l’uscita de “Il grido silenzioso” al battesimo sono stati assai travagliati per il medico: le notti insonni, un rimorso dal quale nessuno sembrava poterlo liberare, le minacce interminabili erano diventate tenebre nella vita di Nathanson, era l’ ”ora del lupo” come lui l’ha definita: “mi svegliavo alle quattro o cinque di notte guardando l’oscurità e aspettando (senza pregare ancora), che si accendesse un messaggio dichiarandomi innocente di fronte ad un giurato invisibile” (8). Leggeva e rileggeva le Confessioni di San Agostino, Dostoyevsky, Kierkegaard. Proprio nel Santo di Ippona ritrovava il suo travaglio interiore, senza però avere a lato una Santa Monica che pregasse incessantemente per lui, ritrovandosi “in una nera disperazione senza uscita”. Nathanson ricorda di come nel 1989 restò impressionato da una manifestazione pacifica del movimento pro-vita nei pressi di una clinica abortista: “solo allora ho compreso l’esaltazione del puro amore di quelle persone, circondate dalla polizia newyorkese, che pregavano per i bimbi mai nati, per le donne che stavano praticando l’aborto, per i dottori e per le infermiere (...) erano sereni, contenti, cantavano e pregavano. Fu allora che per la prima volta nella mia vita di adulto cominciai seriamente a considerare la nozione di un Dio, un Dio che aveva permesso che andassi per tutti i proverbiali circuiti dell’inferno per insegnarmi il cammino della redenzione e la misericordia attraverso della sua grazia (9).

Quel Dio invisibile, incarnatosi in Gesú duemila anni orsono, era arrivato al cuore di Nathanson, portando quel perdono che nè la coscienza nè la ragione potevano offrirgli; poteva nascere di nuovo perchè Qualcuno si era offerto per lui, aveva caricato su di Sé la croce terribile che schiacciava Nathanson. Poteva considerarsi di nuovo libero, il suo debito era già stato pagato. Da quel giorno Nathanson può dire con le stesse parole di San Paolo, scritte duemila anni fa: “dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia”.

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1)
http://www.aboutabortions.com/Confess.html

2) B.Nathanson, “La mano de Dios”, Mundo y Cristianismo, 1997, p.73. Testo originale: B.Nathanson, "The hand of God: a journey from death to life by the abortion doctor who changed his mind", 1996, Regnery Publishing

3)http://www.aboutabortions.com/Confess.html; Questa strategia è stata ripetuta e si ripete tutt’ora per giustificare l’introduzione della legge sull’aborto nei vari ordinamenti giuridici. La ripetizione di questi stratagemmi fondati sulla menzogna sistematica dovrebbe perlomeno far riflettere.

4) B. Nathanson, op.cit, p.145

5) Alcuni dati che vengono spesso nascosti sono quelli relativi al prezzo di un aborto. Nella moderna e libera Spagna, il prezzo di un aborto è di 345€ entro le 12 settimane in anestesia locale e di 440 € in anestesia generale.Tra la 13ª e la 14ª settimana ci vogliono 475 € e alla 19ª si pagano 990€. Abortare nella 20ª settimana di gestazione costa 1.470€ e tra la 21ª e la 22ª il prezzo sale a 1.470€. Con la nuova legge dell’aborto in Spagna, entrata in vigore da poche settimane, oltre a poter abortire a 15 anni senza il permesso dei genitori, il costo dell’aborto potrà essere rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale. In pratica i cittadini pagaranno l’aborto con le proprie tasse.

6) B. Nathanson, op.cit, p.159

7) B. Nathanson, op.cit, p.12

8) B. Nathanson, op.cit, p.214

9)http://www.ewtn.com/library/prolife/bernconv.txtehttp://www.aciprensa.com/aborto/nathanson.htm