mercoledì 27 gennaio 2010

Lo spettro del default


Cerco di capire la situazione economica spagnola al momento attuale e mi ritrovo con tre notizie che fanno rabbrividire.

La prima: Goldman Sasch raccomanda proteggersi dal rischio di insolvenza della nazione spagnola comprando i CDS, ovvero le assicurazioni sul rischio di default di paesi sovrani (1). Un mercato gigantesco che è cresciuto a dismisura negli ultimi due anni, che non fa altro che speculare sul fallimento, o bancarotta che dir si voglia, degli Stati. Goldman scommette sullo sciacallaggio dei titoli statali a 5 anni. E’ il tempo di vita che l’enorme banca offre alla Spagna. Naturalmente il prezzo di queste assicurazioni è schizzato fino al 1,26%. Per coprirsi dal rischio un milione di euro di debito spagnolo bisognerà investirne altri 12.600 l’anno per proteggersi dal default. La febbre del default eccita gli sciacalli che fanno a gara a chi offre di più per vedere fallire un paese.

La seconda: la Spagna entra nella top ten del rischio di default del debito (2). Oggi è decima, l’anno scorso era al trentaquattresimo posto. Naturalmente adesso pochi investitori sono disponibili ad acquisire titoli pubblici di debito spagnolo ed esigono un rendimento più alto. La domanda è: fino a che punto la Spagna può offrire tassi di interesse competitivi per rendere appetibili i suoi titoli, proprio quando la propria economia è alle strette? Con quali mezzi convincerà gli investitori a finanziare il suo debito? I dati della produttività spagnola sono allarmanti: in un anno (2009) la produzione industriale (IPI) è crollata del 17,3% rispetto alll’anno passato (3), con picchi del -30% nel settore della produzione dei mobili, automobili, prodotti elettronici ed informatici. Zapatero, a suo rischio e pericolo, ha scelto la via dura: saranno tagliati 50.000 milioni di Euro di spese dalle spese statali. E’ il piano ultimo e insensato voluto dall’Unione Europea per risanare il deficit spagnolo. Assicura che non saranno toccate pensioni, sussidi ai lavoratori (paro), assistenza sociale ed educazione. Non viene specificato dove avverrà il ritaglio dei fondi (4), anche se è improbabile credere che non verrano toccati i punti dove l’intervento statale è più massiccio ed assistenzialista, quali la sanità e il “paro”, dove si stima ci siano circa un milione e mezzo di persone che stanno erodendo i propri contributi della pensione nel sussidio mensuale (5).

La terza: è allo stesso tempo la più brutta e forse la migliore notizia. Roubini, il noto economista dell’Università di New York prevede la rottura monetaria dell’Unione Europea a causa della minaccia incombente dell’economia spagnola. Dice che questo “non sarà probabilmente quest’anno e forse neanche nel prossimo”ma che il “rischio è crescente” (6). Giustamente afferma che una parte dell’eurozona sta diventando sempre meno competitiva rispetto al centro franco-tedesco. Il Club Med (Italia, Spagna e Grecia) insieme all’Irlanda e ai paesi dell’Est si contrappongono alla vecchia Europa (Francia e Germania), viaggiando a velocità diverse e con economie niente affatto omogenee. Fino a quando reggeranno il gioco la Germania e la Francia rendendo meno competitivo il proprio debito statale per non tagliare fuori gli altri paesi che devono offrire tassi di interesse sempre più alti per attrarre investitori? Naturalmente l’ipotesi di rottura economica è fuori considerazione da Trichet e gli altri funzionari dell’Unione Europea. E’ lecito però domandarsi per quanto tempo ancora gli altri paesi reggeranno il gioco e fino a che punto la periferia europea reggerà la pressione economica nei propri paesi, nel momento in cui l’euro forte soffoca l’esportazioni e danneggia la produzione interna. La tanto agognata misura di svalutare la moneta è un’opzione non contemplabile dall’Unione Europea: essa darebbe ossigeno ai paesi e alle economie che oggi si trovano in crisi profonda.

Ma come diceva giustamente Ezra Pound, la funzione che lo Stato dovrebbe sorvegliare con più cura è quella della sovranità nazionale, che è insita nel diritto di emettere denaro e di amministrare l’economia monetaria. E che compito dello Stato è governare per il benessere dei cittadini e che in quella direzione dovrebbe andare la “volontà” statale.

Il problema è che la nostra sovranità nazionale l’abbiamo abdicata da un pezzo.

------------------------------------------------

1) http://www.expansion.com/2010/01/18/inversion/1263854043.html

2) http://www.expansion.com/2010/01/27/economia-politica/1264597411.html

3) http://www.ine.es/daco/daco42/daco422/ipi1109.pdf

4) http://www.cotizalia.com/ultima-hora/gobierno-aprobara-viernes-recortara-50000-millones-20100127.html

5) http://tasadeparo.com/la-tasa-de-paro-alcanza-el-1793-en-el-tercer-trimestre.html

6) http://www.cotizalia.com/noticias/roubini-golpea-espana-amenaza-inminente-eurozona-20100127.html

lunedì 18 gennaio 2010

Il Santo Padre e la Sinagoga


E’ come un pugno nello stomaco leggere della visita del Papa alla Sinagoga di Roma la scorsa domenica. Quegli applausi convinti che interrompevano le parole del Papa durante il suo discorso e la folla di gente nel ghetto che gridava “Viva il Papa”, cosi come i titoli entusiasti dei giornali, invece di tranquillizarmi mi generano una forte preoccupazione. Il Santo Padre, vicario di Cristo, che riceve applausi e consensi nella Sinagoga è per molti una vittoria dell’ecumenismo, del nuovo corso della Chiesa nella relazione con gli ebrei, è sinonimo di pace e cordialitá religiosa; per me, povero cattolico senza titoli ne onori, è fonte di sgomento. Mi sembra che improvvisamente la Chiesa sia di moda, amata addirittura dagli ebrei: improvvisamente le gravi parole del Figlio di Dio verso gli scribi, le invettive contro i farisei, le discussioni sopra la mentalitá mosaica e pre-talmudica sono del tutto scolorite, alliviate dal peso della potenza evangelica, liberate dai rimproveri e dalle maledizioni che sono sulla bocca di Gesù.

Gesù non è più pietra di inciampo, scartata dai costruttori: ho paura che sia diventato un accessorio da tirare fuori quando fa comodo e nessuno ci ascolta. Per non parlare di San Paolo, che forse oggi sarebbe accusato non solo di antigiudaismo, ma sarebbe additato senza pietá tra gli antisemiti dall’Anti Defamation League.

Il nostro Santo Padre è andato in Sinagoga e ha dovuto ricevere lezioni prima da Riccardo Pacifici (1), lo stesso che benediva allegramente il massacro di Gaza come legittima difesa, che si rivolgeva cosi a Benedetto XVI:

“Il silenzio di Pio XII di fronte alla Shoah, duole ancora come un atto mancato. Forse non avrebbe fermato i treni della morte, ma avrebbe trasmesso, un segnale, una parola di estremo conforto, di solidarietà umana, per quei nostri fratelli trasportati verso i camini di Auschwitz (...) In attesa di un giudizio condiviso - auspichiamo, con il massimo rispetto, che gli storici abbiano accesso agli archivi del Vaticano che riguardano quel periodo e tutte le vicende successive al crollo della Germania nazista”.

Prima lezione: Pio XII non puó essere santo, ha taciuto e quindi è dentro la “colpa collettiva”. Che sia un falso storico evidente non interessa al Pacifici, avido di bacchettare e dare ordini. (vedi l’articolo: “Eugenio Zolli, Pio XII e la colpa collettiva”).

Seconda lezione o meglio diktat è l’intimidazione ad aprire gli archivi del Vaticano. Particolare interessante è quello che fa riferimento alle “vicende successive al crollo” del nazismo. Sembra che Papa Pio XII si sia adoperato per evitare vendette o ritorsioni contro i nazisti o presunti tali nella Germania post-nazista. Imperdonabile.

E poi ha parlato il rabbino capo di Roma di Segni. Ha parlato dell’oppressione duratura dello Stato Pontificio contro la comunitá ebrea e poi ha detto che se si mette in discussione il Concilio Vaticano II non c’è possibilità di dialogo. (2)

Grazie per il chiarimento di Segni, finalmente abbiamo la terza e la quarta lezione. I Papi hanno sempre vessato gli ebrei (per questo 15.000 di loro hanno scelto di vivere a Roma) e sappiamo che il Concilio Vaticano II non si può toccare. Al prossimo sinodo o concilio sará invitato per ricordarcelo.

Mi chiedo serviva questa visita? C’era bisogno di ricordare pedissequamente che Gesù era ebreo, che condividiamo lo stesso Dio, che loro sono i “fratelli maggiori”, i prediletti dal Padre?

Sarà che nel cuore risuonano le parole di Gesù, quelle di San Paolo. Quella caritá cristiana che faceva esclamare a Paolo di Tarso, ebreo ortodosso e zelante, che aveva incontrato a Gesù:

“Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.” (Romani 9,3).

Paolo aveva chiaro che si è figli di Dio non per la carne ma per l'adesione alla promessa di Dio, che non è una questione di razza ma di fede. E quell’ Israele, depositario della promessa e della fede, oggi è la Chiesa. Fino a prova contraria.

Se per dialogare con i nostri “fratelli maggiori” dobbiamo mettere da parte il Magistero dei Padri della Chiesa e il Nuovo Testamento, mi domando a che pro lo si deve fare. Mi chiedo perchè c’è bisogno che il Santo Padre vada nella Sinagoga a prendere lezioni e sermoni di buona condotta, debba ascoltare le calunnie senza ritegno sul suo predecessore al soglio di Pietro, intimidazioni su chi fare o no santo da coloro che benedicono Israele come il nuovo Messia e disconoscono e disprezzano Cristo.

Mi chiedo: ma qualcuno cade ancora sulla pietra d’inciampo o è stata tolta perchè non intonava con il paesaggio?

--------------------------------------------

1)Clamorosa la sua gaffe quando annunció l’invio a Gaza di medicinali per bambini e poi fu sbugiardato da una mail resa pubblica in cui affermava: “Posso garantirvi che la scelta tutta mediatica (sic) di far arrivare medicinali ai bambini palestinesi ed israeliani era ed è solo utilizzata per quando da lunedì comincerà la nostra battaglia sui media a sostegno di Israele". La notizia fu resa pubblica dal Manifesto nel Gennaio 2009. http://www.agoravox.it/attualita/cronaca/Pacifici-e-la-falsa-solidarieta

2)http://www.elpais.com/articulo/sociedad/Papa/defiende/Pio/XII/sinagoga/Roma/elpepusoc/20100117elpepusoc_1/Tes