giovedì 1 ottobre 2009

La magistratura in Italia


In Italia esiste un potere inadempiente, estremamente burocratico e criptico, che si erge oltretutto come portatore di equilibrio e moralità nel panorama italiano. Questo mostro burocratico che si sdegna per le parole di Brunetta (1) perché volgari e sguaiate, è la magistratura italiana.

Insieme a lei si sdegnano e scalpitano tutte le forze della sinistra, che trovano nel potere della magistratura, l’aggancio necessario per poter tornare al potere. Senza questa alleanza, e se le regole costituzionali lo permettessero, Berlusconi governerebbe cento anni, per colpa della pochezza e dell’approssimazione politica della sinistra italiana. Se non fosse che il Cavaliere è prigioniero delle sue fantasie sessuali che non riesce proprio a trattenere, saremmo di fronte ad un potere che finirebbe solo con la morte in pectore del Presidente.

Spesso si identifica Berlusconi come la causa di tutti i mali italiani. La mancanza di educazione e civismo, la volgarità onnipresente, la corruzione imperante, si dice, sono nate con la sua entrata in politica. Si crede che dall’arrivo di Berlusconi al potere, l’Italia abbia iniziato una lenta decadenza, di cui il Cavaliere è il principale responsabile. E’ questa un’idea diffusa nella sinistra italiana.

Senza voler difendere l’indifendibile Berlusconi, credo sia più opportuno cercare di indagare i mali profondi della società italiana, di cui il Cavaliere è un attore (importante) tra gli altri. Infatti rendere Berlusconi il capo espiatorio del male italiano, significa tapparsi gli occhi di fronte ad altri settori più o meno occulti di potere che malversano da tempo in Italia.
Di questi tempi criticare Berlusconi è lo sport nazionale, e c’è ben poco da aggiungere all’astio rabbioso di Repubblica e compagni vari, che non aspettano altro di tornare al potere, per coprire i loro affari. D’altronde non potendolo ottenere con metodi democratici, sono disposti a intavolare un bel governo tecnico di matrice straniera, con Draghi presidente, per poter perlomeno ciucciare un po’ di più dalla tetta statale. “Tutti meno Berlusconi”, è il motto della sinistra, che in combutta con la magistratura, ha chiamato Berlusconi in 2567 udienze,
ha mandato per 587 volte la guardia di finanza nelle sue aziende e ha iniziato un numero imprecisato di processi contro di lui. Per i compagni di sinistra niente di tutto questo, continuano indisturbati nel loro alone di giustizia e purezza, ben protetti dai loro amici giudici. Non si tratta qui di difendere Berlusconi, non è questo lo scopo dell’articolo. Si vuole fare una constatazione politica dell’ uso illegittimo del potere giudiziario, strumentalizzato a fini politici da una cricca di magistrati e politici che non sanno come togliere di mezzo una figura mediocre, che da quindici anni monopolizza la politica in Italia. Mai un processo ai sindacati, alle cooperative rosse, agli imprenditori amici della sinistra: per la magistratura essi sono innocenti a prescindere, il nemico comune è Berlusconi, e contro di lui si scagliano rabbiosi, incapaci di offrire una minima alternativa credibile, che non siano pacs, aborto, ambientalismo spiccio, piagnistei isterici e naturalmente antiberlusconismo, con quel tocco naif che lo rende insopportabile, sudicio e ipocrita. Loro, la casta giudiziaria, sono ingiudicabili; nessuno può entrare nel merito dei processi che portano avanti, delle assoluzioni arbitrarie, dei tanti processi per mafia e camorra che sono lì, accantonati o prescritti. Nessuno può dire ad un giudice, “Sei un incompetente, fatti da parte”, sarebbe ingerenza nell’esercizio del potere giudiziario e apriti cielo, in parlamento ci sarebbe una serie infinita di strappi di vesti con urla strazianti, si comprerebbero pagine di giornali esteri echeggiando l’arrivo della dittatura in Italia per poi finalmente ritirarsi in una ignobile fuga sull’Aventino. Ogni volta che si propone una riforma della giustizia, ecco che lo sdegno cresce, “la politica vuole controllare la giustizia”, “non si possono mettere le manette ai magistrati”, e cosi via. Anche Castelli ha dovuto in pratica rinunciare. Il quietismo è il segreto della casta.

Intanto loro, da casta parassita ed invisibile continuano con i loro privilegi. Vediamo un po’ di numeri significativi (2): il Consiglio di Stato conta 419 persone che costano 70 milioni di euro all’anno, il Presidente guadagna 220 mila euro l’anno e l’ultimo dei funzionari “solo” 65 mila. La Corte dei Conti ha circa 550 consiglieri, di cui l’ultimo guadagna 6 mila euro al mese. L’Avvocatura di Stato ha 780 dipendenti che costano 100 milioni di euro l’anno. I giudici arrivano a 250 mila euro l’anno. I privilegi speciali non si contano: vacanze per i bambini, sussidi per i furti in casa, appartamenti con vista sul Quirinale, automobile con autista, assistenti e segretarie di studio, bolletta telefonica a carico dei contribuenti, e per non farsi mancare niente delle pensioni d’oro, che arrivano a 15 mila euro al mese. Il costo totale degli stipendi dei magistrati italiani è di un miliardo di euro. Il 30% in più dei colleghi francesi.

Certo, Oltralpe non devono combattere la camorra come fanno i nostri tutori della giustizia, incapaci di muovere un dito per processare i boss di cui conoscono nomi e cognomi. Loro si dedicano alla lotta politica e malversano fondi pubblici per usare il processo come un’arma del terrore, di rivendicazione del proprio status di intoccabili. Non per difendere i cittadini o per rinchiudere i criminali.
Altri numeri: i magistrati di Cassazione assorbono la metà del miliardo d’euro, ai quali si devono aggiungere 2500 toghe che prendono lo stesso stipendio grazie alla legge per cui si fa carriera per anzianità e non per merito. Per non parlare degli scandali che si ripetono periodicamente per le denunce di brogli ai concorsi per diventare magistrati, dove sempre si finisce per favorire i figli e i nipoti dei giudici.

E poi si scandalizzano se Brunetta grida che la connivenza tra Anm (il sindacato dei magistrati) e il Csm è un mostro, perché perpetua una casta organizzata e trincerata nei suoi privilegi.

Come può, con questa basi morali, un sistema giudiziario arrogarsi il diritto di giudicare altre persone? Su che basi poggia la propria legittimità? Su Berlusconi, si può dire di tutto, però ha un mandato popolare, che piaccia o no. Questi non li ha chiamati nessuno, si atteggiano a perseguitati, gridano allo scandalo, si fanno voce della volontà popolare. Che facciano il loro mestiere di servitori dello Repubblica e non di ennesimi parassiti e traditori dello Stato.

Di questi, ne abbiamo già abbastanza.

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1)Brunetta ha definito nei giorni scorsi i magistrati come una casta fannullona e l’Anm un mostro:http://iltempo.ilsole24ore.com/politica/2009/09/29/1075404-brunetta_magistrati_fannulloni.shtml

2)http://centrodestra.blogspot.com/2007/08/privilegi-e-segreti-dei-magistrati.html

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