PARTE PRIMA : IL NAZISMO
Il ‘900 : il secolo in cui l’uomo ha provato ad uccidere Dio. Di tutte le frasi possibili sul secolo più importante nella storia dell’umanità forse questa è la più rappresentativa. L’ateismo indubbiamente parte da prima ma per la sua consacrazione ideologica dobbiamo aspettare il secolo delle “grandi” ideologie : nazismo, comunismo, fascismo,liberalismo ( sebbene questo parta da più lontano, ma qui considererò solo il suo sviluppo borghese-liberista ).
In queste quattro ideologie vediamo i diversi di tipi di ateismo realizzati in una forma statale sebbene il liberalismo sia più subdolo e si ricolleghi ad una visione privatistica di Dio, come se fosse possibile avere una luce e metterla sotto al tavolo.
Il nazismo, prendendo a piene mani da Niezstche, riconduce l’idea del divino “al più grande inganno perpetuato da Platone e dai suoi successori della scissione tra sensibile e soprasensibile” (Heidegger) : questa scissione è stata creata dalla mediocrità umana e solo alcuni eletti (l’oltre uomo) possono eliminare questa distanza congiungendosi all’idea di Dio che in questo caso è visto come potenza assoluta o volontà di potenza. Tutto questo può essere sintetizzato da un Julius Evola colto dai suoi bollori che scrive “…dell’ eliminazione della trascendenza tra uomo e Dio, fino alla congiunzione esatta tra uomo e Dio, un farsi divinità”. Il nazismo ideologia barbara ( nel senso storico del termine) più che un ateismo “completo” propone un misticismo narcisista frutto dell’unione tra antiche culture e religioni orientali, da cui ha preso completamente idee e simboli, e la tradizione pagana delle popolazioni nordiche. Evidente il rapporto tra questa ideologia ed il satanismo, l’occultismo, la perversione sessuale ( tutti i gerarchi nazisti avevano più di qualche vizietto.. ): a mio parere l’ideologia più anticristica della storia, imbevuta dell’immancabile (in questi casi) protestantesimo. Basta vedere la mappa dei consensi del partito nazista nel '33 su qualsiasi libro di storia e si troverà perfetta corrispondenza tra forza elettorale del partito del Führer e regioni a maggioranza protestante.
Concludendo posso affermare che più una ideologia mira alla “rivoluzione” sociale e culturale più si allontana da Dio. Come una vacanza, una bella ricreazione. Un’ uccisione perpetua dell’autorità, dell’ordine, in ultima analisi “della figura del padre” (Marcello Veneziani). Ma al contrario del divertente e bonariamente ridicolo ’68, qui l’assenza di Dio si è tinta di orrore in una maniera che solo i regimi comunisti sono riusciti ad eguagliare. L’analisi dell’ateismo “di destra” però non è completa senza la comprensione del rapporto fascismo-Dio che ho voluto accuratamente separare dal nazismo essendo riluttante all’equiparazione dei due termini ed anche fermamente contrario alla loro unione col trattino cara alla tradizione resistenziale.
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