martedì 22 settembre 2009

La nuova febbre dell’oro

Ron Paul, il senatore repubblicano candidato alle scorse elezioni a Presidente degli USA ed evitato accuratamente dai media, si rallegra della situazione che sta attraversando l’oro. Il metallo giallo ha sfondato quota 1000 dollari all’oncia e molti analisti si chiedono se siamo di fronte ad una nuova bolla speculativa. Ron Paul auspica un ritorno all’oro come valuta di riferimento per arginare la speculazione finanziaria, dichiarando il prezioso metallo una valuta pacifica in quanto:

“La moneta solida è semplicemente ciò che è. Togliendo il potere del governo di manipolare la moneta, si rimuove la tentazione del governo di spendere, stampare e truffare. La moneta solida assicura che le priorità del nostro governo sarebbero messe a fuoco esclusivamente su quello che ci possiamo permettere. La moneta solida inoltre limita la capacità di generare guerre d’aggressione. Immagina come sarebbe attenta Washington nel cominciare una guerra se non avesse questi giochi di prestigio finanziari. La moneta corrente (fiat money) permette al governo di fare azioni di espansione che non potrebbe fare se dovessero pagare il debito con la moneta economica (cheap money). La Federal Reserve ha recentemente messo all’asta una grande quantità di buoni del tesoro per finanziare le guerre in Iraq e in Afganistan, insieme al nostro fardello che ci sta schiacciando. La conseguente svalutazione del dollaro sta velocemente erodendo la nostra immagine come un buon partner commercial nel mondo. Come conseguenza si parla maggiormente di isolamento economico e guerra”. (1)

Questa sarebbe stata una visione auspicabile da un Presidente degli Stati Uniti, che davvero avrebbe prodotto un change, non solo a parole ma con misure economiche reali e sostanziali. L’aumento dell’oro negli ultimi tempi è sintomo della mancanza di fiducia nei mercati speculativi e finanziari che hanno arricchito le banche come Goldman Sachs negli ultimi anni, da quando nel 1999 venne abolita la distinzione tra banche commerciali e banche d’investimento, creando un modello di banca universale che poteva speculare con i risparmi dei cittadini: l’abolizione della Glass-Steagal Act (1933) su pressione del mondo finanziario fu sciaguratamente opera di Bill Clinton e Robert Rubin (2).

Terminato il mercato della bolla immobiliare delle case, spolpato quello dei cereali, fallito quello sulle assicurazioni, può sembrare che la prossima grande speculazione sia nei confronti dell’oro, che toccando quota 1000 dollari per oncia ha oltrepassato una barriera psicologica, che non si toccava dal Marzo del 2008.


(3)

Le ragioni di questo rialzo sono varie:

1) Il fallimento dei mercati speculativi degli immobili, derivati, cereali, petrolio che periodicamente sono stati presi di mira dai finanzieri e dalle banche d’investimento.

2) Lo spettro dell’inflazione dovuta ai salvataggi bancari ha stimolato la ricerca sul mercato dell’oro, in opposizione alla caduta del dollaro.

3) Alcuni grandi paesi detentori di debito pubblico, come la Russia e la Cina hanno cominciato a cambiare le loro riserve in dollari per l’oro, comprandolo sul mercato.

Proprio quest’ultimo punto suscita molta preoccupazione, considerando le dichiarazioni che vengono da Pechino, disposto a comprare la grande quantità di oro messo sul mercato dal Fondo Monetario Internazionale, calcolata in 13 mila miliardi di dollari in oro, ovvero 403,3 tonnellate d’oro (4), oltre alle 452 tonnellate già accumulate dal 2003. La Cina è del tutto cosciente che in questa maniera può alterare il mercato dei prezzi arrivando a danneggiare anche se stessa. Per questo procede con cautela all’acquisto, evitando bruschi rialzi. Se anche la Cina, maggior creditore al mondo del debito statunitense, ha fretta di lasciarsi alle spalle le montagne di dollari accumulati in questi anni, significa che il punto di rottura della moneta USA non è lontano. Si è innescato un circolo vizioso, che più si compra oro, più il valore del dollaro scende, facendo aumentare l’inflazione causando il deprezzamento delle monete correnti (fiat currency).

Con i tassi d’interesse prossimi allo 0%, l’oro diventa conveniente tanto nei periodi di deflazione (passato-presente) che di inflazione (futuro molto prossimo). Piuttosto che tenere i soldi in banca mentre vengono erosi dall’inflazione è più conveniente investirli in oro che ha un valore intrinseco, autoreferenziale, non come le monete e le banconote che dipendono dalle fluttuazioni dei mercati.

Sembra davvero che l’oro sia oggetto di una nuova speculazione. Ci si può consolare che questa sarà l’ultima del ciclo che stiamo vivendo e sarà quella definitiva, dato il valore “ultimo” dell’oro: chissà ci avviciniamo al destino della Repubblica di Weimar, quando era più conveniente bruciare le banconote che comprare la legna per riscaldarsi. L’analisi del Professor Antele Fekete, è ancora più allarmante: ritiene che l’oro sia entrato in una fase che definisce di backwardation. In condizioni di normalità l’oro si comporta come un metallo contango, ovvero che il suo prezzo futuro è maggiore del suo prezzo immediato (a causa dei costi di trasporto, deposito, di cambio). Il Professore ritiene che il 2 Dicembre 2008, il metallo giallo iniziò ad essere in situazione di backwardation, ovvero che:

“(...) esiste una scarsità sicura nell’offerta delle forniture, una carenza dell’oro monetario oppure che i compratori non si fidano che nel futuro si possa consegnare questo oro fisico (…) in questa situazione (backwardation) affinchè mi consegnino una oncia d’oro oggi dovrei pagare, supponiamo, 1.000 dollari, mentre se me lo dovessero consegnare tra due mesi dovrei pagarei una quantità minore, 900”. (5)

Il rischio di una situazione del genere, è semplicemente la rottura del sistema dell’oro, diventando irreversibile fino a che non cambi completamente il sistema monetario.

Forse ha ragione Roubini quando dice che è la recessione a tenere calmo il prezzo dell’oro. Pochi acquisti, disoccupazione, salari bassi, e quindi prezzi ancora da deflazione. Anche l’oro potrebbe essere oggetto di questa deflazione, mantenendo il suo prezzo relativamente basso. Sarà la recessione a salvarci?

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1)http://www.ronpaul.com/2008-09-16/ron-paul-on-gold-and-sound-money/

2)http://en.wikipedia.org/wiki/Glass-Steagall_Act

3)http://www.kitco.com/scripts/hist_charts/yearly_graphs.plx

4)http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=newsarchive&sid=aklIw7I0Di8k

5)http://www.libertaddigital.com/economia/fekete-la-desconfianza-en-el-dolar-causara-un-colapso-monetario-1276371050/

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